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L’Italy Major Premier Padel avrà la finale più attesa. Una sfida che promette uno spettacolo e delle emozioni senza precedenti, ma non è tutto: se Paquito e Martin dovessero replicare il successo di Doha diventerebbero i nuovi numeri uno del ranking mondiale FIP
29 maggio 2022
L’atmosfera elettrica di sabato sera non è roba da tutti i giorni, ma la finale della prima edizione dell’Italy Major Premier Padel ha tutte le carte in regola per fare addirittura meglio. Perché a giocarsi il titolo sulla Grand Stand Arena del Foro Italico (domenica dalle 18, con ancora gli ultimissimi biglietti disponibili sulla piattaforma TicketOne) ci saranno le due coppie più forti del mondo: da una parte Ale Galan e Juan Lebron, dall’altra Paquito Navarro e Martin Di Nenno.
Ma anche o soprattutto perché negli ultimi giorni il pubblico del Foro Italico ha toccato con mano la qualità del padel che i migliori giocatori sanno offrire, e ancora di più il valore – altissimo – di uno spettacolo sportivo e di un intrattenimento che nella giornata delle semifinali ha raggiunto il suo apice, con 6.000 persone in piedi quasi a ogni punto, a spellarsi le mani dagli applausi o a stropicciarsi gli occhi per soluzioni impensabili ai comuni mortali, rese possibili (e spesso vincenti) con una facilità disarmante. Il padel di altissimo livello diverte per davvero e la cosa bella è che non serve essere i più grandi appassionati per emozionarsi, entrare nel match, capire il gioco e le sue dinamiche. E non c’è nemmeno bisogno di tifare per una o l’altra coppia: ci si può godere lo spettacolo e basta. Ne vale comunque la pena.
Ad aggiungere ulteriore pathos alla finale romana c’è il fatto che in palio ci sarà il numero uno della classifica mondiale FIP, che al momento vede i due spagnoli in vantaggio di appena 345 punti, quando la differenza fra vittoria (2.000) e finale (1.200) di un Major è di 800. Vuol dire che chi vince piglia tutto, e anche se Galan ha detto che conta essere numero uno a fine anno, non durante, ai giocatori la testa del ranking interessa eccome, ancora di più in un periodo di rivoluzione dello sport che sta diventando un fenomeno globale, anche tramite la popolarità sempre maggiore dei suoi migliori interpreti.
Entrando nei dettagli del match, la finale di Roma sarà una riedizione di quella giocata lo scorso aprile a Doha, vinta per 6-3 7-6 dagli outsider. Un motivo in più, per Galan e Lebron, per prendersi la rivincita, in un torneo nel quale in termini di padel espresso hanno convinto di più rispetto agli avversari. Navarro/Di Nenno hanno lasciato un set sia ai quarti sia in semifinale, con degli evidenti passaggi a vuoto che a certi livelli si pagano. Negli ultimi due match erano superiori e se la sono cavata al terzo, mentre in finale i favoriti non sono loro e dovranno stare attentissimi a non lasciare nulla al caso.
Quando sono in palla, e a Roma lo sono eccome, Galan e Lebron sono due animali da competizione. Gli basta fiutare una mezza occasione per trasformare una partita e se entrano nel mood iper aggressivo non c’è difesa che tenga, perché possono fare punto da ogni angolo del campo, vincendo game in 50 secondi con quattro smash vincenti di fila senza far toccare la palla ai rivali. A Navarro/Di Nenno, invece, riesce solo da un lato del campo (quello di Paquito) e in un certo senso potrebbe essere la chiave della finale, anche se più di una volta i numeri due sono riusciti a trovare altrove – tipo nell’alchimia – la chiave per battere i più forti.
Indipendentemente dal nome di chi alzerà al cielo il trofeo, ciò che non mancherà sarà lo spettacolo, garantito anche dal confronto di stili. Navarro e Di Nenno sono una coppia più classica, con ruoli ben definiti: c’è il difensore e l’attaccante, il giocatore che fa show e quello che invece bada alla sostanza, che magari non vende i biglietti ma nel padel fa vincere tante partite. Galan e Lebron, invece, sono entrambi tutto: attacco, difesa, aggressività, potenza e chi più ne ha più ne metta. Chi ha un biglietto se lo tenga stretto: ci sarà da divertirsi parecchio.